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Brexit, patenti: Rimpatriati a rischio esami di teoria e pratica per la patente italiana


Tra i tanti disagi che si stanno creando come conseguenza della Brexit, quello delle patenti inizia a diventare un problema sempre più grande che rischia di travolgere a breve numerosissimi italiani. Se non ci sarà un accordo tra le parti entro breve potrebbe essere necessario, per chi è tornato in Italia ed è in possesso di patente britannica, rifare gli esami, come per una ordinaria patente extracomunitaria. Ma i tempi di attesa sono lunghi, a causa dell'emergenza Covid. In Italia per esempio ci vogliono fino a 17 mesi.


I tanti europei che hanno deciso di tornare nel proprio Paese di origine e sono in possesso di patente britannica, rischiano di non vederla più riconosciuta alla scadenza dell'anno di proroga concordato allo scattare della Brexit. La conseguenza di questo sarà quella di dover rifare gli esami come una patente ordinaria, partendo dalla teoria per finire con l'esame di pratica. Questo coinvolgerà numerosi connazionali che attualmente hanno tutti i requisiti, riconosciuti anche dall'Europa, per poter guidare. Ma oltre il danno anche la beffa: se questa situazione dovesse concretizzarsi le conseguenze non finirebbero con gli esami appena citati ma alle restrizioni da neopatentato in vigore in Italia. Cilindrata ridotta, aumento delle tariffe assicurative, doppia decurtazione dei punti in caso di infrazione, sono solo alcune delle conseguenze che potrebbero colpire i numerosi italiani rientrati in patria.


Tutto questo potrebbe essere evitato grazie ad un semplice accordo tra il Paese di rilascio della patente e il Paese in cui si richiede la validità. In questo caso specifico il Regno Unito non è ancora arrivato a nessun accordo con nessuno Stato membro dell'Unione Europea. Gli esami quindi sarebbero all'orizzonte visto che il termine ultimo non è in scadenza al termine dell'anno successivo in cui si è deciso di tornare, ma al termine del 2021 visto che l'inizio è stato fissato al 1 gennaio 2021. A causa del covid poi in tutta Europa si stanno verificando ritardi negli uffici preposti, tanto che in Italia, seconda nella classifica ritardi, i tempi di attesa per la conversione salgono fino a 17 mesi. Ritardo italiano causato dalla mancanza cronica del personale alla motorizzazione, secondi solo alla Francia dove l'attesa sale fino a 26 mesi.

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