Esclusi dal voto: gli Italiani all’estero e la sfida della partecipazione politica
![elezioni europee e voto per i residenti fuori dall'Europa](/templates/yootheme/cache/e0/elezioni-europee-residenti-paesi-extraue-e02add29.jpeg)
Esiste una questione cruciale riguardante il diritto di voto degli italiani residenti all'estero nei Paesi al di fuori dell'Unione Europea, come il Regno Unito. La problematica è di particolare rilevanza perché riguarda le Elezioni Europee e del persistente declino della partecipazione politica, soprattutto tra i giovani. Un’interrogazione parlamentare presentata dalle On. Mariastella Gelmini e On. Federica Onori alla Camera dei Deputati fa eco al problema.
Il cuore del dibattito, secondo Gelmini e Onori, risiede nell'esclusione di questi cittadini italiani residenti all'estero da un diritto fondamentale: quello di partecipare al processo democratico attraverso il voto. Attualmente, mentre gli italiani iscritti all'AIRE e residenti nei Paesi dell'Unione Europea possono esercitare il loro diritto di voto alle Elezioni Europee presso le ambasciate e i consolati, per coloro che risiedono al di fuori dell'UE questa possibilità viene negata.
![federica onori](/templates/yootheme/cache/9b/federica-onori-9b389657.jpeg)
Le due Deputate fanno notare il caso del Regno Unito, dove risiedono circa 500.000 italiani, e di altri Paesi extra-UE come la Svizzera. Qui si evidenziano le sfide concrete che questi cittadini devono affrontare per poter votare. L'aumento dei costi dei voli aerei rende estremamente difficile e spesso proibitivo il ritorno in Italia per esercitare il diritto di voto. Questa situazione si traduce in una limitazione e una compressione del diritto democratico di cittadini che, pur vivendo all'estero, mantengono saldi legami con il proprio Paese d'origine.
![mariastella gelmini](/templates/yootheme/cache/a9/mariastella-gelmini-a9252a0d.jpeg)
La risposta del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, pone l'accento sulla necessità di modificare la legislazione esistente per estendere il diritto di voto anche ai connazionali residenti al di fuori dell'Unione Europea. Tuttavia, si evidenziano criticità e questioni organizzative da valutare attentamente, oltre alla necessità di evitare trattamenti differenziati che possano risultare discriminatori nei confronti di altri cittadini italiani residenti in Paesi extraeuropei.
Gelmini ha concluso sottolineando l'importanza di agire con tempestività e determinazione per garantire una parità di trattamento a tutti gli italiani residenti all'estero. Al di là delle complessità tecniche, si tratta innanzitutto di una questione di volontà politica. L'esempio della battaglia per estendere il diritto di voto agli studenti residenti all'estero dimostra che le sfide possono essere superate con determinazione e impegno.
La richiesta avanzata è chiara: consentire agli italiani residenti al di fuori dell'Unione Europea di esercitare il proprio diritto di voto presso consolati e ambasciate, al fine di garantire una partecipazione democratica piena e inclusiva.
![Matteo piantedosi](/templates/yootheme/cache/9b/Matteo-Piantedosi-9b5fd4c1.jpeg)
Parallelamente all'interrogazione parlamentare, si è levata una voce forte e decisa attraverso una petizione online lanciata da thegoodlobby.it e sostenuta da The 3 Million, In Limbo Project e Migrant Democracy Project. Questa petizione esprime ferma opposizione alla decisione di escludere gli italiani residenti nei Paesi extra-UE dalla possibilità di votare a distanza alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo.
La petizione sottolinea l'urgenza di superare la rigidità normativa attuale e di estendere immediatamente il diritto di voto a oltre un milione di italiani e italiane nel Regno Unito e in Svizzera. Questo viene indicato come un primo passo fondamentale verso un provvedimento completo che includa tutti i connazionali nel mondo. Si fa notare che la maggior parte degli Stati europei ha già adottato misure per consentire un più fluido esercizio degli strumenti democratici, inclusa la possibilità di voto per chi vive oltreconfine.
La petizione solleva una domanda fondamentale: perché il Governo si ostina a rifarsi a una legge vecchia di 30 anni, che non tiene conto delle dinamiche attuali della società globale e delle esigenze dei cittadini italiani che risiedono all'estero? La richiesta di The 3 Million, In Limbo Project e Migrant Democracy Project è chiara e diretta: è tempo di agire con determinazione e modernizzare le normative per garantire un esercizio pieno e inclusivo dei diritti democratici anche per gli italiani che vivono al di fuori dell'Unione Europea.
Nel dibattito si è inserito anche il Comites di Londra durante la sua ultima seduta ordinaria.