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Il CGIE approva le modifiche alla legge sulla cittadinanza

Approvato un ordine del giorno con 49 voti favorevoli per riformare la normativa
Scritto da Desirèe Capozio il . Pubblicato in Notizie.

Nella prima giornata dei suoi lavori assembleari, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) ha approvato a larga maggioranza un ordine del giorno che propone modifiche sostanziali alla legge sulla cittadinanza italiana. Con 49 voti favorevoli, 4 astenuti (Billé, Cenini, Dotolo e Caratelli) e un solo voto contrario (Stabile), il documento è passato dopo un intenso e partecipato dibattito, segnando un passaggio politico di grande rilievo per le comunità italiane nel mondo.

Il provvedimento, ora trasmesso al Parlamento, rappresenta un segnale forte da parte del CGIE, che si propone come interlocutore attivo e propositivo nella ridefinizione di una normativa da tempo al centro di discussioni politiche e sociali. In particolare, il tema della cittadinanza per gli italiani all’estero è da anni oggetto di richieste di revisione, con l’obiettivo di sanare ingiustizie e rigidità che penalizzano soprattutto i discendenti di emigrati e i giovani italiani di seconda o terza generazione nati all’estero.

A dare impulso al confronto è stata in apertura la relazione del Governo, presentata dal sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, seguita dal contributo della segretaria generale del CGIE Maria Chiara Prodi. Quest’ultima ha aperto il suo intervento richiamando le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante l’incontro avvenuto al Quirinale il giorno precedente, sottolineando come il Capo dello Stato abbia “confermato la necessità di un maggiore protagonismo del CGIE”.

“Le sue parole sul voto all’estero, sui giovani e sull'apertura alle modifiche alla legge sulla cittadinanza saranno il nostro faro”, ha dichiarato Prodi, ribadendo l’importanza di rafforzare il legame tra le istituzioni italiane e le comunità sparse nel mondo, valorizzandone il contributo economico, culturale e identitario.

Il confronto ha visto la partecipazione di parlamentari di diversa estrazione politica, a testimonianza del carattere trasversale della questione. Sono intervenuti, tra gli altri, gli onorevoli Fabio Porta, Andrea Di Giuseppe, Christian Di Sanzo, e i senatori Andrea Crisanti, Francesco Giacobbe e Roberto Menia. I loro interventi hanno contribuito ad arricchire il quadro delle esigenze e delle aspettative che emergono dalle diverse comunità italiane all’estero, spesso costrette a confrontarsi con normative complesse, lungaggini burocratiche e criteri di riconoscimento della cittadinanza giudicati obsoleti.

Grande soddisfazione è stata espressa da Elena Remigi, figura da sempre impegnata nella difesa dei diritti dei cittadini italiani all’estero, che ha così commentato l’esito della votazione:
“Sono molto soddisfatta che, con 49 voti favorevoli e solo 4 astenuti e 1 contrario, il CGIE abbia approvato le proposte di modifica alla legge sulla cittadinanza. È un grande successo e un primo passo a favore di una riconsiderazione di alcuni aspetti critici della legge.”

Remigi ha inoltre sottolineato l’importanza di non abbassare la guardia, affinché le istanze del CGIE vengano accolte con la giusta attenzione dai legislatori.

L’approvazione dell’ordine del giorno non ha effetti immediatamente normativi, ma rappresenta una presa di posizione politica forte, che apre la strada a un confronto parlamentare su basi più solide e condivise. Le modifiche auspicate dal CGIE riguardano, secondo indiscrezioni, soprattutto l’ampliamento dei criteri di riconoscimento della cittadinanza per i discendenti di italiani, la semplificazione delle procedure burocratiche e un possibile riassetto delle norme che regolano il riacquisto della cittadinanza da parte di chi l’ha persa in passato.

Il percorso è ancora lungo, ma questo voto segna una svolta significativa, che restituisce centralità politica al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e accende una nuova luce sul tema della cittadinanza, troppo spesso relegato ai margini del dibattito nazionale.