Abolizione dei Lord Ereditari: passo necessario o fine di un’era?

Il Governo Britannico guidato da Sir Keir Starmer ha recentemente presentato una proposta di legge alla Camera dei Comuni che punta all'abolizione dei pochi Lord Ereditari rimasti nella Camera dei Lord. Si tratta di un'ulteriore mossa verso la modernizzazione del sistema politico del Regno Unito, ma la decisione solleva interrogativi su cosa si perde, oltre a ciò che si guadagna, con tale cambiamento.
La Camera dei Lord, pur avendo un ruolo limitato rispetto ai Comuni, rappresenta una delle istituzioni più antiche e iconiche del Paese. La proposta di abolire i pari ereditari, figure che siedono nella Camera alta per diritto di nascita, potrebbe sembrare, a prima vista, una misura logica in una democrazia moderna. Il principio di una classe di aristocratici che legifera semplicemente perché discendente di famiglie nobili appare anacronistico e contrario ai valori di uguaglianza e meritocrazia che caratterizzano le moderne democrazie.
Già nel 1999, l'House of Lords Act aveva ridotto drasticamente il numero dei Lord Ereditari, limitandolo a 92, in attesa di una riforma che non è mai stata completata. Oggi, tra questi, figurano anche figure di rilievo simbolico come il conte maresciallo e il gran ciambellano, ma si tratta di una classe in via d'estinzione, per cui la paria non è destinata a passare di generazione in generazione. La Camera dei Lord ospita anche i cosiddetti “Lord a vita", personalità illustri della società che, a differenza dei pari ereditari, non trasmettono il loro titolo ai discendenti. Tuttavia, anche questa componente è vista con occhio critico, soprattutto per l'evidente squilibrio di genere ed etnico: la maggioranza dei Lord è ancora maschio e solo una minima parte rappresenta minoranze etniche.
L'abolizione dei Lord Ereditari appare dunque un passaggio naturale nel percorso di riforma delle istituzioni britanniche, ma cosa si perde davvero con questa misura? La Camera dei Lord, già oggi, non detiene un grande potere. Dal 1911, con il Parliament Act, il suo ruolo è stato significativamente ridotto, e le sue funzioni si limitano principalmente a ritardare alcune leggi per un massimo di due sessioni parlamentari o di un anno. Inoltre, dal 2009, le sue competenze giudiziarie sono state trasferite alla Corte Suprema del Regno Unito. È dunque chiaro che l'influenza della Camera dei Lord sul processo legislativo è ridotta, e l'abolizione dei pari ereditari non avrà un impatto concreto sull'efficacia della democrazia britannica.
Tuttavia, oltre l'argomento razionale della modernizzazione, emerge una questione più sottile, ma non per questo meno importante: la perdita di una certa eccentricità che caratterizza la società britannica. L’esistenza dei Lord Ereditari, con i loro titoli nobiliari, le tradizioni e le usanze secolari, rappresenta uno dei tanti elementi che rendono il Regno Unito unico nel suo genere. Eliminare queste figure storiche potrebbe sembrare un ulteriore passo verso una società più razionale e moderna, ma potrebbe anche impoverire il ricco patrimonio culturale e simbolico della Nazione.
Come è stato osservato da alcuni commentatori, il Regno Unito è una monarchia in cui anche il Capo dello Stato, il Monarca, eredita il proprio titolo. In un contesto del genere, l'abolizione dei Lord Ereditari sembra una contraddizione di principio: perché mantenere un sovrano ereditario ma eliminare i nobili che, seppur con un ruolo simbolico, rappresentano un ponte con il passato? Il rischio è che, nel tentativo di eliminare ciò che appare obsoleto, si finisca per cancellare un patrimonio di tradizioni che contribuisce all’identità stessa del Paese.
Infine, c'è chi vede in questa riforma un ulteriore segnale dell'avanzata di una cultura politica sempre più influenzata da ideologie progressiste, dove l’equilibrio tra tradizione e modernità si inclina inevitabilmente verso la rottura con il passato. Se da un lato è giusto adattare le Istituzioni ai tempi moderni, dall'altro bisogna riflettere attentamente su ciò che si sacrifica in nome di questo progresso. Abolire i Lord Ereditari non renderà la democrazia britannica più funzionale o giusta; potrebbe, invece, privare il Paese di un frammento della sua storia e del suo fascino. Come nel caso delle parrucche dei giudici o dei colbacchi delle guardie reali, alcuni aspetti del passato hanno una funzione simbolica che va oltre la loro utilità pratica, mantenendo vivo lo spirito di una Nazione unica al mondo.
In definitiva, la riforma dei lord ereditari si presenta come un'opportunità per riflettere non solo sul futuro delle Istituzioni britanniche, ma anche sull'equilibrio tra innovazione e tradizione, modernità e storia. Se il cambiamento è inevitabile, la domanda da porsi è: a quale prezzo?