Skip to main content

Il piano di Starmer per ridurre l'immigrazione legale nel Regno Unito

Particolarmente colpiti saranno i lavori non qualificati, con limitazioni severe e penalizzazioni per le imprese
Scritto da Nuto Girotto il . Pubblicato in Notizie.

Un piano radicale per ridurre l'immigrazione legale e impedire che la Gran Bretagna diventi "un'isola di stranieri". Così il premier laburista moderato Keir Starmer ha presentato una serie di misure fortemente restrittive, destinate a cambiare profondamente l'accesso al Regno Unito per studenti e lavoratori stranieri. L'obiettivo dichiarato è quello di "riprendere finalmente il controllo dei confini", un tema che ha assunto una posizione centrale nel discorso politico britannico.

"Tutti gli aspetti del sistema di immigrazione, compresi quelli relativi al lavoro, al ricongiungimento familiare e ai visti di studio, saranno rafforzati in modo da poterli controllare meglio", ha affermato Starmer durante una conferenza stampa, segnando una netta virata verso posizioni tradizionalmente più vicine alla destra britannica. Questa mossa rappresenta una svolta cruciale per il Labour, che cerca di rispondere alla crescente pressione del partito di estrema destra Reform UK, guidato da Nigel Farage, recentemente rafforzato da significativi successi elettorali.

Il cuore delle nuove politiche è contenuto in un Libro Bianco presentato in Parlamento, che prevede severe restrizioni per tutte le principali tipologie di visto. I lavoratori stranieri dovranno possedere almeno una laurea per ottenere un visto, mentre gli studenti dovranno dimostrare una padronanza della lingua inglese a livelli più elevati rispetto agli standard attuali. Inoltre, il periodo necessario per ottenere il permesso di residenza permanente sarà esteso da cinque a dieci anni, fatta eccezione per professionisti molto richiesti come medici, ingegneri, infermieri e manager nel settore dell'intelligenza artificiale, che potranno beneficiare di percorsi agevolati.

Particolarmente colpiti saranno i lavori non qualificati, con limitazioni severe e penalizzazioni per le imprese che non privilegiano l'assunzione di cittadini britannici. Anche il settore dell'assistenza e del lavoro sanitario, tradizionalmente dipendente da manodopera straniera, vedrà restrizioni: non sarà più possibile assumere direttamente dall'estero per queste posizioni, una misura destinata a creare forti dibattiti.

Le nuove proposte hanno già scatenato un acceso dibattito. L'organizzazione in difesa dei migranti Care4Calais ha accusato Starmer di "alimentare il fuoco dell'estrema destra", citando il rischio di aumentare le tensioni sociali in un contesto già teso. Steve Smith, portavoce dell'ONG, ha ricordato gli scontri anti-migranti e islamofobi scoppiati nell'agosto 2024, chiedendo al premier di scusarsi per l'uso di un linguaggio che rischia di polarizzare ulteriormente il Paese.

Critiche sono arrivate anche dall'interno del Labour. Nadia Whittome, deputata laburista, ha definito le parole del primo ministro "vergognose e pericolose", mentre il leader dei Tory ha attaccato il piano come insufficiente, affermando che il governo sta tentando di "fermare l'emorragia" elettorale senza avere una strategia chiara.

Anche dall'estero non mancano le perplessità. Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri italiano, ha espresso preoccupazione per l'impatto delle nuove regole sugli studenti stranieri, osservando che "gli studenti non sono un rischio migratorio, ma un'opportunità". Tajani ha poi aggiunto la speranza che i giovani italiani possano continuare a venire nel Regno Unito per studiare l'inglese, nonostante le nuove restrizioni.

Con questo piano, Starmer sembra deciso a riposizionare il Labour su un terreno più conservatore, nel tentativo di arginare l'avanzata dell'ultradestra e riconquistare una base elettorale sempre più incerta. Resta da vedere se questa strategia pagherà o se, al contrario, rischierà di alienare una parte significativa dell'elettorato progressista britannico.