L'INTERVISTA: alla scoperta di Pandemonia
Per definizione La pop art è un movimento artistico nato tra l'Europa e gli Stati Uniti d'America tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60.[1] Questo movimento è espressione della società e dell'immaginario collettivo, ed è un'arte rivolta alla massa e non al singolo individuo. Ma dimenticatevi quello che abbiamo appena detto perchè quello che vi stiamo per presentare è l’arte di Pandemonia.
In prima fila ai principali shows della London Fashion Week, vestita di latex e con una vistosa maschera da bambola, con tanto di capigliatura bionda, e, a volte, accompagnata da un cagnolino gonfiabile di nome snowball. Lei si fa chiamare Pandemonia e si definisce un'artista postmoderna: in realtà sembra essere un'opera d'arte lei stessa. Pandemonia, infatti, è via di mezzo tra la protagonista di un cartoon - che strizza l'occhio alle opere dell'artista giapponese Takashi Murakami - e una bambola gonfiabile. Già protagonista di alcune performance nell'ambito della Alternative Fashion Week, è una fashion blogger molto seguita in Rete, nonchè giornalista per i quotidiani britannici Daily Mail e The Independent.
Pandemoina è La creazione di un artista concettuale molto riservato, nessuno sa esattamente chi c'è dietro l'ensemble in lattice. Slanciata e statuaria, alta più di due metri, è stata descritta da Katia Ganfield di Vice come "le caricature bionde di Roy Lichtenstein... portate in vita come un gonfiabile di Jeff Koons alto due metri.
L'arte di Pandemonia non è solo crossmediale (scultura, arte digitale, fotografia e performance), ma anche intergenerazionale poiché lega i primi momenti della Pop Art ai mondi più attuali delle celebrità, della moda e dell'arte contemporanea, creando un arco ed evoluzione che continua la sua continua esplorazione.