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Londra, trovato morto Riccardo Pulvini: il 33enne lavorava da Harrods

Creativo brillante, lottava contro i pregiudizi sull’Hiv
Scritto da Desirèe Capozio il . Pubblicato in Notizie.

Riccardo Pulvini, originario di Noventa Vicentina e residente a Londra dall’età di 19 anni, è stato trovato morto venerdì nel suo appartamento nella capitale britannica. Sul corpo non sono stati riscontrati segni di violenza, ma è stata disposta un’autopsia, eseguita ieri, per stabilire le cause del decesso. 

Da giorni la sua famiglia non riusciva a mettersi in contatto con lui, finché la tragica scoperta non ha posto fine all’attesa. 

Dopo il diploma all’Istituto alberghiero, Pulvini si era trasferito a Londra dove iniziò come cameriere e in seguito chef. Grazie alla sua vena creativa, è entrato nel mondo del visual merchandising, lavorando prima per Zara Home e Fenwick, fino a ottenere un ruolo prestigioso presso i magazzini di Harrods: qui curava le vetrine per le tre food halls, l’enoteca e vari ristoranti, mantenendo quel ruolo da oltre cinque anni. 

Oltre al lavoro, era impegnato nella sensibilizzazione sull’Hiv. Dopo la diagnosi di sieropositività nel 2014, nel 2018 ha partecipato come testimonial alla campagna “Hiv is: just a part of me” promossa da Gilead. L’obiettivo era abbattere i pregiudizi legati alla malattia: Pulvini affermava che si può vivere normalmente anche da sieropositivi, grazie alle terapie che rendono la condizione “undetectable” e non trasmissibile.

Il padre Giuseppe lo descrive così: “Era un ragazzo sensibile e tenace, con tanta voglia di vivere”. La famiglia attende da parte delle autorità risposte definitive, dopo aver ricevuto la notizia tramite le autorità italiane in contatto con la Farnesina.

L’intera comunità di Noventa Vicentina è rimasta profondamente scossa dalla vicenda: la famiglia Pulvini è ben nota in zona per l’impegno sociale, sia attraverso l’azienda di movimento terra e trasporti eccezionali sia per il contributo volontario in situazioni di emergenza in Italia. Anche Riccardo aveva partecipato a questi interventi insieme al padre, pur conducendo la sua vita tra Londra e il lavoro all’estero.