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Il Regno Unito respinge l'accordo di mobilità giovanile con l'UE

Londra vuole gestire le relazioni internazionali in modo autonomo e flessibile
Scritto da Nuto Girotto il . Pubblicato in Notizie.
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Il Governo Britannico ha gettato un'ombra sulle prospettive di un accordo a livello europeo sulla mobilità giovanile, respingendo la proposta della Commissione europea di avviare negoziati su un programma di mobilità giovanile paneuropeo per i Cittadini Britannici di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Questo atto, avvenuto proprio questa settimana, rappresenta un chiaro segnale del rifiuto del Regno Unito di abbracciare ulteriormente i legami istituzionali con l'Unione Europea dopo la Brexit.

La decisione del Governo Britannico è stata annunciata attraverso un portavoce, il quale ha sottolineato che il Regno Unito preferisce mantenere i propri programmi di mobilità giovanile individuali con i 13 Paesi con cui ha già stipulato accordi bilaterali, invece di aderire a un programma europeo. Questo approccio evidenzia la volontà di Londra di gestire le relazioni internazionali in modo autonomo e flessibile, senza dipendere da un quadro istituzionale paneuropeo.

Uno dei motivi principali dietro questa scelta sembra essere la volontà di mantenere il controllo sulle politiche migratorie e di mobilità del Regno Unito. Dopo la Brexit, il Governo Britannico ha sottolineato la necessità di regolare in modo più stretto l'immigrazione e il flusso di persone nel Paese, argomentando che un accordo di mobilità giovanile europeo potrebbe compromettere questo obiettivo.

Inoltre, il rifiuto del Regno Unito di aderire a un programma di mobilità giovanile europeo potrebbe essere visto come un tentativo di consolidare la sua posizione come un attore globale indipendente sul palcoscenico internazionale. Londra ha indicato la sua apertura nel negoziare accordi di mobilità giovanile con i suoi "partner internazionali", compresi gli Stati Membri dell'UE, ma ribadendo la sua preferenza per accordi bilaterali che consentano maggiore flessibilità e adattabilità alle esigenze del Regno Unito.

Il Partito Laburista ha chiarito che, se al potere, cercherà di migliorare le relazioni di lavoro del Regno Unito con l'UE, ma entro i limiti delle "linee rosse" stabilite, tra cui l'assenza di un ritorno al mercato unico, all'unione doganale o alla libera circolazione.